Il castello di Hogwarts, la Sala Grande, la Camera dei Segreti, Diagon Alley: si tratta soltanto di alcuni tra i set più memorabili creati da Stuart Craig per ben 8 adattamenti cinematografici nel corso di 10 anni. In una nuova intervista lo scenografo parla della sua esperienza accennando agli Academy Awards, meglio noti come Oscar. Cliccate su Leggi Tutto.
Craig ha parlato del progresso tecnologico e delle novità apportate in questo senso al castello di Hogwarts:
“Per ogni film in cui compariva Hogwarts abbiamo usato una miniatura. Ma questa volta, il team degli effetti visivi riteneva fosse giunto il momento di crearla digitalmente. A causa della mia età e della mia mentalità all’antica avevo tanti dubbi“. Craig compirà 70 anni ad Aprile e quando gli è stato chiesto cosa utilizza per progettare i suoi set, lui ha risposto: “Uso una matita, una matita in legno“.
“Poi mi sono ricreduto. Usare il digitale ci ha permesso di entrare nel dettaglio sotto ogni aspetto, molto più vicino di quanto ci permettesse il modellino fisico. Le texture erano davvero convincenti. Ho imparato una grande lezione ed è stato fatto un passo i avanti per il film“.
Lo scenografo ha poi rivelato che uno degli aspetti che più adora sul cinema è la fusione tra vecchio e nuovo: “Si possono vedere vasti paesaggi oltre le finestre e quelli sono fondali dipinti in vecchio stile. E nella stessa scena poi ci sono spazi allargati digitalmente. E’ una celebrazione dei metodi tradizionali e dei nuovi“.
Craig è stato candidato a ben nove Oscar vincendo per tre produzioni: Gandhi (1982), Le Relazioni Pericolose (1988) e Il Paziente Inglese (1996).
“Erano tempi diversi. Bisognava andare in India per fare Gandhi. In Marocco per il Paziente Inglese“.
Avrà la possibilità di vincere per questa stagione? “Generalmente, penso sempre di non avere possibilità. Credo che all’Academy piacciano film validi e seri – drammatici, insomma. Sono stato fortunato con film del genere, come il Paziente Inglese e così via, ma credo che con un film fantasy come Harry Potter sia difficile attirare l’attenzione della giuria“.
“Vittoria o no, abbiamo avuto un percorso fantastico. Magnifico, no?“.